Progetto Sostegno Caregiver Familiare – OTTOBRE 2024/GIUGNO 2025 – Fondo Nazionale Caregiver DGR n. 409/2024


10 Ottobre 2024|10 Minuti

ASP Eppi-Manica-Salatori in collaborazione con CIDAS Soc. Coop. Sociale ha dato avvio, per la terza annualità, al nuovo PROGETTO SOSTEGNO CAREGIVER FAMILIARE che prevede interventi ed azioni a supporto al sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare finanziati nell’ambito del Fondo Nazionale Caregiver DGR 409/2024.

A CHI È RIVOLTO:  AL CAREGIVER FAMILIARE

Sei un cargiver familiare se sei “la persona che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura, nell’ambito del piano assistenziale individualizzato, di una persona cara consenziente, in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé. Il caregiver familiare è riconosciuto come tale indipendentemente dalla coabitazione con la persona assistita, dalla residenza o dal domicilio comune, e più in generale dalla convivenza”

Scheda di autodichiarazione del caregiver

Diritti ed impegni del caregiver

COSA OFFRE: SOSTEGNO DOMICILIARE AL CAREGIVER FAMILIARE

Una serie di interventi concreti e funzionali ai bisogni del caregiver e della persona non autosufficiente da realizzare al domicilio.

1 – Prestazioni  di assistenza socio-sanitaria caregiver a domicilio sono sostenuti da diverse figure professionali (operatore sociale, educatore, fisioterapista ecc.) rispetto a necessità pratiche, operative, informative ed educative. A titolo esemplificativo:

  • affiancamento a supporto dell’intervento assistenziale;
  • accompagnamento sociale (del solo del caregiver o di caregiver ed assistito insieme);
  • – addestramento per le attività assistenziali specifiche da garantire all’assistito;
  • supporto nelle attività di vita quotidiana (es. spesa, farmaci, …);
  • supporto per attività di cura che creano al caregiver un livello molto elevato di ansia, disagio, paura, affaticamento o che non si sente proprio di compiere;
  • addestramento all’utilizzo di semplici ausili;
  • informazioni sui percorsi socio-assistenziali e socio-sanitari esistenti, sui servizi e gli interventi fruibili e su come attivarli;
  • educazione di base al ruolo e alla cura;
  • educazione di base sulla malattia (inclusi sintomi e trattamenti farmacologici e non) e sui disturbi dell’assistito, per incrementare il senso di autoefficacia nella gestione;
  • – educazione sulla prevenzione di rischi specifici (es. cadute, incidenti domestici, ecc…)
  • educazione sull’importanza e le modalità di mantenimento di sani stili di vita.

2 – Interventi di sollievo al domicilio

Sono previsti interventi di sollievo al domicilio, in cui personale sostituisce temporaneamente il caregiver familiare, permettendogli di recuperare spazio e tempo per sé. Tali interventi vengono erogati per lo più in modalità programmata ma possono essere previsti, laddove ne sussista la possibilità, anche in caso di eventi imprevisti e/o di situazioni di emergenza.

3 – Sostegno psicologico

Compiti di cura protratti e continuativi possono dare luogo ad un alternarsi di emozioni e di sentimenti complicati da fronteggiare, fra i quali ansia, tristezza, sconforto, rabbia, vergogna, senso di colpa. Per normalizzare queste emozioni e stati d’animo, ridurre il carico di stress ed evitare il burnout, in continuità con quanto previsto nel progetto personalizzato, vengono previste azioni di sostegno psicologico, a domicilio oppure online, finalizzati primariamente a:

  • offrire ascolto, comprensione e momenti di confronto
  • portare l’attenzione del caregiver su di sé, riequilibrando una percezione della rete di cura che spesso può risultare distorta;
  • riconoscere, accettare e gestire i vissuti emotivi legati alla malattia e alla condizione della persona assistita;
  • riconoscere il proprio ruolo di caregiver con tutte le sue implicazioni, recuperare un senso di utilità e di autoefficacia;
  • supportare, nel riconoscere e nel migliorare, le dinamiche relazionali del contesto familiare, comunitario e della rete sociale di supporto.

4 – Attività di orientamento e formazione

Sono in programma, con attivazione novembre 2024, in sedi collocate nei tre comuni di Argenta-Ostellato e Portomaggiore – attività formative e di sensibilizzazione su tematiche specifiche correlate. Queste attività non dedicate esclusivamente ai caregiver ma aperte anche ad altre figure che si occupano di assistenza e alla cittadinanza nel suo complesso.  La finalità e di facilitare il compito di cura, che spesso interviene nella vita dei familiari in modo improvviso e repentino attraverso l’acquisizione di conoscenze e di competenze di base specifiche attraverso l’intervento di professionalità specifiche.

Gli argomenti trattati, suddivisi in moduli da tre ore ciascuno, svolte nel primo pomeriggio, saranno:

  • – la cura della persona tra fatiche e strategie di sopravvivenza;
  • – norme igienico-sanitarie per la preparazione dei pasti e norme igienico-sanitarie di assistenza;
  • – la movimentazione del paziente;
  • – l’assistenza alla persona con demenza;
  • – la persona con disturbo del comportamento.

DURATA: OTTOBRE 2024 – GIUGNO 2025

 COSTO: GRATUITO – Gli interventi previsti dal progetto sono completamente finanziati dal Fondo Caregiver – DGR 409/2024.

 PER INFORMAZIONI RIVOLGITI ALLO SPORTELLO DI SERVIZIO SOCIALE ASP   VEDI PROGRAMMAZIONE ACCOGLIENZA SPORTELLO DI SERVIZIO SOCIALE

 

Se sei interessato e vuoi approfondire l’argomento :

La Regione Emilia-Romagna è stata il primo ente pubblico italiano a riconoscere la figura del caregiver familiare con la legge 2/2014 «Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver famigliare (persona che presta volontariamente cura ed assistenza)»  anticipando di ben quattro anni la normativa nazionale e svincolando il concetto di caregiving  dai vincoli di parentela.

Il caregiver familiare, letteralmente “prestatore di cura”, quindi colui che si prende cura ed assiste  direttamente un’altra persona nel proprio ambiente di vita. La definizione individua la persona responsabile di un altro soggetto dipendente, anche disabile, di cui si prende cura in un ambito domestico. Si tratta del responsabile che organizza e definisce l’assistenza di cui necessita una persona,  in genere è un familiare di riferimento. Si distingue dal caregiver professionale (o assistente familiare), rappresentato da un assistente familiare che accudisce la persona non-autosufficiente, sotto la verifica, diretta o indiretta, di un familiare.

Più precisamente, la norma definisce il caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 76/2016, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, in presenza di un handicap grave, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata , o sia titolare di indennità di accompagnamento.

La Regione Emilia-Romagna ha individuato e messo a disposizione dei cittadini uno strumento di individuazione e di identificazione del caregiver famigliare: la scheda di autodichiarazione del caregiver.

Inoltre a livello locale, sono messi a disposizione del caregiver azioni di:

– informazioniorientamento e affiancamento nell’accesso ai servizi;

– interventi di supporto e sollievo nell’assistenza alla persona cara, anche per contrastare il rischio di isolamento, di stress psico-fisico ed emotivo;

– forme di sostegno economicopraticopsicologico, di formazione specifica e per favorire la conciliazione delle responsabilità di cura con la propria vita familiare, sociale e lavorativa.

Affinché le attività di empowerment dei caregiver riescano a produrre una ricaduta pienamente positiva e ad avere efficacia massima, è indispensabile che siano inquadrate all’interno di un orizzonte più ampio di interventi di empowerment della comunità nel suo complesso, in modo che il sostegno a queste figure fondamentali della cura non resti estemporaneo e dipendente da appositi finanziamenti progettuali ma possa diventare interesse e patrimonio comune dell’intero sistema di welfare locale.

La programmazione di gruppi di orientamento e formazione a livello locale , oltre a rendere maggiormente capillare la possibilità formativa, aiuta a rafforzare la costruzione di reti non formali extra-familiari che possano contribuire al sostegno dei caregiver e ad evitare il loro isolamento e stigmatizzazione. Per potenziare la diffusione dei contenuti formativi e contrastare la frammentazione territoriale  è programmata la realizzazione di tre edizioni del corso – ognuna della durata di quindici ore – una per Comune capoluogo Argenta, Portomaggiore, Ostellato.

 

 

Paola Tagliati